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Corfù, fine Ottocento. L'Eptaneso, il confiteor per il fallimento del motto rivoluzionario francese e degli ideali che miravano al progresso sociale e alla sconfitta di ignoranza e pregiudizio, lo sfruttamento dei deboli, l'universo degli umili radicati nella terra, il loro mondo operoso regolato dai cicli stagionali, dalla fatica e dalla quiete, dalle pene e dai canti, la religiosità popolare ancorata al sovrannaturale e alle superstizioni, lo scontro fra l'universo umano, soggiogato dalle leggi dell'utile e del compromesso, e quello saldato come l'"ostrica" ai valori autentici e primordiali, dove il disonore si paga col sangue e la vendetta, sono alcuni dei temi rincorrenti nelle pagine narrative del corfiota Konstantinos Theotokis, giovane rampollo di una famiglia di antica aristocrazia, che vive in una società in continuo fermento, esplorando le istanze socialiste e facendo eco a Verga, a Capuana ma pure a Zola e a Dostoevskij.